giovedì 24 agosto 2017

Colleghi ripugnanti nel blocco operatorio



Per un puro e fortuito caso, mentre ci trovavamo nei servizi dove si fumava furtivamente, durante una chiacchierata sulle problematiche del blocco operatorio e sui problemi di relazione con la direzione amministrativa, la sua vera indole venne a galla, ammesso e non concesso che fosse necessaria un'ulteriore prova. Improvvisamente si senti la mia voce provenire dalla tasca del suo camice. Per qualche secondo rimasi esterrefatto, mentre lui estraeva un registratore che riproduceva ciò che avevo detto negli ultimi dieci minuti. lo guardai. Il mio volto non esprimeva più sorpresa, solo disprezzo. Tentò  di giustificarsi. Con quel fare mellifluo da prete di periferia, mi disse che quel registratore intendeva usarlo durante il colloquio che avrebbe avuto il pomeriggio con la direzione sanitaria, poiché non si fidava del direttore, che guarda caso era suo intimo amico. Infine, disse che la registrazione era partita accidentalmente!

In quei tempi i rapporti con la direzione amministrativa erano particolarmente tesi. S'era vero che il numero degli interventi non aveva subito una decrescita, era altrettanto vero che la regione aveva abbassato la quota di rimborso, dunque da parte della direzione amministrativa c'era una spinta ossessiva ad incrementare il numero degli interventi chirurgici per pareggiare la perdita economica.

Niente di male nell'ottica amministrativa, se non fosse che il numero degli anestesisti era insufficiente a coprire non solo un'ulteriore carico di lavoro, ma anche quello che già c'era. Inoltre, non era mai stata fatta una richiesta per aumentare l'organico, solo e soltanto perché questo dirigente non voleva dividere con un'ulteriore persona la quota che proveniva dai pazienti paganti.

"Scusa, ma se questa era la motivazione di usare quell'apparecchiatura, ed anche in questo caso non sono assolutamente d'accordo, perché non l'hai detto subito?"
"Ma no, guarda..." balbettava.
"Devi scusarmi, scusami", un uomo di coraggio, pallido in viso, la fronte imperlata di sudore.
"Ah, non ti è venuto proprio in mente d'informarci," parlavo al plurale, anche se sapevo benissimo che l'altro collega si sarebbe ben guardato dal proferire parola.
"Quindi non ti è venuto in mente... e a che cazzo devi pensare? Sei una persona così oberata da responsabilità e pensieri?" Dissi quasi stringendo i pugni dalla rabbia.
"No, ascolta, mi devi credere, non volevo certo registrarti!"   
"Sei uno stronzo, e di quelli grossi. Mi verrebbe voglia di prenderti a cazzotti e stamparti sul muro di quella sala operatoria!"

Lo lasciai con l'altro collega che non aprì bocca, come avevo ben supposto. O era una merda ancora peggiore perché pensava solo a se stesso, oppure era d'accordo, ancor peggio... questo era il mio unico pensiero, mentre rientravo nel blocco operatorio. Del resto poco tempo prima questa stessa persona aveva imbastito una commedia tragicomica degna del miglior Toto' per il suo contratto di lavoro, che rischiava di non essere rinnovato. 


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